È ufficiale ed anche un po' sorprendente! Secondo un recente sondaggio condotto da ExpressVPN, i Millennial giocano più della Gen Z, il retrogaming è tornato di moda e lo smartphone è il dispositivo più utilizzato per il gaming.
Pac-Man è stato introdotto per la prima volta nelle sale giochi nel 1980 e Snake ha fatto il suo debutto nel 1997 in uno dei primi telefonini Nokia. Da allora, l'industria dei videogame è cresciuta esponenzialmente, con oltre 5 milioni di titoli ancora in circolazione e soluzioni hardware/software ogni anno sempre più potenti. Possiamo quindi affermare che il gaming ha occupato il nostro tempo libero negli ultimi quarant'anni, ma con la pandemia è diventato il passatempo più diffuso, in qualsiasi ora del giorno e in qualsiasi fascia d'età.
Millennial vs Gen Z
Vi basti pensare che, in base alle ultime stime, nel 2022 si sono contati oltre 3 miliardi di gamer in tutto il mondo, un numero importante considerando che la popolazione ha raggiunto gli 8 milioni di persone nello stesso anno. Dalla caccia ai Pokémon alle corse ad alta velocità fino alle esplorazioni di nuovi mondi, c'è un genere per tutti i gusti, ma chi passa più tempo a giocare? I Millennial o la Gen Z? Contrariamente a quanto si crede, non sono i più giovani!
La Generazione Z (quella dei ragazzi nati tra il 1997 e il 2012) presenta degli aspetti peculiari fortemente legati ai cosiddetti "nativi digitali": ha sviluppato nuovi codici di comunicazione sempre più immediati ed espressivi – molto spesso nati intorno alla tecnologia – e si riconosce in una serie di ideali condivisi che guardano in maniera decisa verso l’inclusività e la responsabilità verso l’ambiente. Ma sono i Millennial - anche noti come Gen Y - ovvero i nati tra il 1981 e il 1996, uomini e donne tra i 30 e i 40 anni, a trovare nel gaming la loro passione.
Perché?
Nell'immaginario comune, il giocatore "tipo" è un adolescente con il controller tra le mani, gli occhi sgranati sul video ed il battito accelerato dall'azione, ma potrebbe non essere vero. Secondo uno studio condotto da ExpressVPN sul gaming, prendendo in esame un campione di 1000 giocatori britannici e 1000 americani, i Millennial (il 68% degli intervistati) giocano quotidianamente rispetto alla generazione Z (il 58% degli intervistati), accumulando un'intera giornata di gioco - ovvero 24 ore - ogni settimana. Ed è una vera sorpresa, considerando che la Gen Z vive in funzione del suo smartphone.
Perché i Millennial sono i giocatori più accaniti? Le ragioni sono diverse e proviamo a spiegarle: sono cresciuti con il settore, l'hanno visto maturare dai classici giochi a 8-bit ad ambienti complessi e coinvolgenti con grafica e design sofisticati. Molti dei personaggi e dei titoli più iconici che conosciamo oggi sono stati creati negli anni '90, da Tomb Raider a Grand Theft Auto a Metal Gear Solid. E poi, i giochi hanno permesso loro di connettersi con gli amici, formare nuove relazioni, competere e scoprire nuove forme di intrattenimento, sviluppando così un forte legame emotivo con questo stile di vita.
In secondo luogo, essendo già entrati nel mondo del lavoro da tempo, i Millennial hanno più risorse economiche da investire nella loro passione rispetto ai giovani all'inizio della loro carriera. E sono anche più disposti a giocare di notte, sacrificando sonno e riposo. I giocatori tra i 30 e i 40 anni utilizzano il gioco come valvola di sfogo, dopo una pesante giornata lavorativa o una settimana particolarmente impegnativa, ma il rischio di cadere in una dipendenza è molto alto.
Mai esagerare!
Più di un intervistato su cinque ha dichiarato che vorrebbe passare meno tempo a giocare con i videogiochi, mentre il 5% dei Millennial ha dichiarato di sentirsi dipendente dal gioco, rispetto al 3% della generazione Z. La dipendenza è un vero problema tra le persone che giocano molto, indipendentemente dall'età: la maggior parte dei videogiochi viene creata con obiettivi specifici da raggiungere e il compimento di una "mission" o il superamento di un livello particolarmente difficile produce piacere, spingendo i giocatori ad affrontare nuove sfide, a volte esagerando.
Tra i sintomi più comuni della dipendenza da videogiochi c'è l’incapacità di concentrarsi su altre attività e di pensare ai videogiochi anche quando non si sta giocando. È sorprendente che quasi il 30% dei giocatori abbia ammesso di pensare sempre ai videogiochi e che quasi la metà di loro trovi tutto il resto noioso rispetto ai videogiochi.
Come potete immaginare, generazioni diverse hanno gusti diversi in tema di videogame: la Gen Z è principalmente appassionata di titoli MOBA, sandbox e battle royale, mentre i Millennial trascorrono la maggior parte del tempo in strategia, giochi di ruolo e avventura.
Il sondaggio di ExpressVPN smonta anche un'altra idea stereotipata: i giochi non sono solo un affare da uomini. Lo scorso anno le donne hanno rappresentato il 48% dei giocatori statunitensi, con un aumento del 3% rispetto al 2021. Tuttavia, la differenza tra le due categorie di giocatori risiede nel livello di coinvolgimento emotivo: tra gli intervistati di sesso maschile, il 72% ha dichiarato di aver perso interesse per gli hobby che prima amava a causa dei videogiochi, rispetto al 49% delle donne. Allo stesso modo, un numero maggiore di uomini ha riferito di provare sentimenti di tristezza, noia e ansia quando non possono giocare ai loro giochi preferiti.
Il retrogaming è di moda
Il retro-gaming è tornato di moda, come dimostra anche il successo delle console anni '80: nonostante gli sforzi degli sviluppatori per migliorare l'esperienza di gioco, quindi, c'è ancora un'indiscutibile passione per la semplicità dei giochi di vecchia generazione, anche se sarebbe più corretto chiamarla nostalgia. Al contrario dei più recenti, inoltre, i titoli del passato non hanno bisogno di bonus scaricabili, controlli complessi o grafica realistica per essere divertenti. Lo studio ha rilevato che il 79% degli intervistati ama giocare a giochi come Super Mario Bros, Tetris e Pac-Man, che conquistano i primi posti.
Infine, lo studio ha esaminato i dispositivi utilizzati per i giochi. Il 70% di coloro che hanno risposto al sondaggio ha ammesso che lo smartphone è il dispositivo di gioco preferito, probabilmente perché è l'unico che permette di giocare in qualsiasi luogo e momento della giornata. Console (61%) come Playstation o Xbox e PC (50%) sono rispettivamente al secondo e terzo posto, seguono tablet (34%) e visori (9%) per la realtà aumentata.
Per riassumere, lo studio di ExpressVPN ha rivelato le differenze di comportamento e abitudini tra i giocatori Millennial e della Gen Z. Tali risultati potrebbero influenzare il modo in cui i produttori di videogiochi sviluppano e commercializzano i loro prodotti, mettendo al centro i gusti dei loro consumatori.